Psicologo e Psicoterapeuta Cagliari

Quando la coppia in crisi cambia

Quando mi rapporto alle coppie in crisi che desiderano rilanciare la propria vita insieme dal punto di vista progettuale, relazionale e sessuale, deduco di avere davanti due persone che mi chiedono aiuto perché, dopo aver fatto numerosi tentativi fallimentari per conto proprio, vorrebbero passare da una condizione di competizione alla cooperazione, ma non sanno come fare. Le coppie in crisi spesso entrano in un conflitto e litigano aspramente in alcuni casi in modo esplicito, in altri casi mettendo tutto a tacere e non comunicando affatto il disagio reciproco.

Spesso il proprio partner viene vissuto come avversario piuttosto che come alleato, e ci si pone nella posizione di essere giudicato o di giudice dell’altro, finendo per considerarlo la causa della propria personale insoddisfazione. Il terapeuta di coppia può aiutare i partner a capire che questi sono inganni e autoinganni da sfatare e che un po’ alla volta, ciascuno dei due chiederà un cambiamento personale. Tutto ciò succede quando la coppia decide non solo di conoscere le ragioni che li hanno portati alla crisi, ma di iniziare un percorso di cambiamento personale che consentirà a ciascuno di spostarsi dall’ accusare l’altro, all’assumere la piena responsabilità del proprio benessere, chiedendo qualche cosa da cambiare per se, e non solo, perseguendo delle mete per la coppia, intesa come squadra nella quale creare sintonia. Le emozioni distruttive quali rabbia, paura, tristezza, disgusto, quando la coppia è in crisi, vengono spesso interamente attribuite alla piena responsabilità dell’altro, anziché essere riconosciute come tali; un po’ alla volta, nel corso della terapia, queste emozioni possono essere trasformate in altre emozioni più funzionali, capaci di curare l’altro e di favorire un processo di auto- cura. Durante il percorso terapeutico domande dettate dalla competizione o dall’indifferenza reciproca quali “come fare per cambiare l’altra persona?” diventano:

“Come si può creare uno spazio di confronto in cui ciascuno si senta sufficientemente riconosciuto e sicuro per far cessare gli attacchi reciproci e dare spazio all’espressione dei bisogni reciproci?”

“Come si può invertire la crescente tendenza di portare a un vincente e a un perdente nella coppia? “Come passare alla ricerca in cui vincere entrambi come coppia diventa più importante?”

Un po’ alla volta, nel corso del processo terapeutico, vengono trovate delle risposte a tali domande e si riesce a rispondere anche ad altri quesiti come:

“Quale è il mio personale contributo al malessere di entrambi?”
“Quale è il punto di sofferenza e di fragilità personale e del mio partner, che ogni volta che viene toccato porta al conflitto?”
“Quali sono le risorse che rendono speciale la propria coppia?”

Mano mano che si trovano nuove risposte, si assiste a un progressivo aumento dell’empatia reciproca, a una progressiva capacità di messa in rilievo delle proprie e altrui risorse; si smette di sottolineare i limiti del partner e piuttosto si nota ciò che l’altro fa di positivo, si ricrea una sintonia emotiva che può produrre energie rivitalizzanti, si possono abbassare i livelli di attivazione e di allerta che giungono quando si vede il proprio compagno come un avversario o come una persona a cui non dare considerazione. Così si dà modo a ciascuno di esprimere le proprie emozioni di disagio e di trasformarle, senza più colpevolizzarne il proprio partner. Questo processo viene facilitato quando i terapeuti che lavorano con le coppie sono due; la presenza di due terapeuti infatti può consentire a ciascuno dei due partner, durante il percorso della terapia, di prendere consapevolezza anche personalmente di ciò che è accaduto nella propria storia passata e che riversa nella crisi di coppia.

Due terapeuti possono essere più equanimi con entrambi i membri della coppia anziché sbilanciati sull’uno o sull’altra; è utile vedersi con cadenza dilatata perché così le cose emotivamente cariche condensate in ogni seduta, hanno il giusto tempo di depositarsi e generare un reale cambiamento; tuttavia il momento consulenziale di conoscenza di due o tre sedute può svolgersi con cadenza ravvicinata.

Diventa così più utile l’esperienza di ringraziarsi reciprocamente per qualche cosa di cui si è in debito col proprio partner e che li ha fatti stare bene; di dirsi cosa si prova quando si racconta un episodio che li ha messi a disagio mentre l’altro ascolta in silenzio senza ribattere subito, e di scusarsi per qualche cosa che ha ferito l’altra o l’altro spesso inconsapevolmente* . E’ onesto dire e sapere che una terapia di coppia riuscita può portare anche alla separazione. Ciò che il terapeuta favorisce sin dal principio di un percorso è che la coppia ritrovi la sperata sintonia. A volte abbiamo accompagnato le coppie nel distaccarsi prestando riguardo per l’altro o per l’altra da cui ci si vuole staccare, giungendo a una separazione “amichevole”.


* Cfr. Paola Covini, “Masterclass IMECOT 7 Maggio 2020: Master Terapia di Coppia| Terapia e clinica dei legami di coppia, conseguito su “Psicologia.io”

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