L’ipnosi nel mal di testa: le cefalee e l’emicrania

Le cefalee si classificano in “primarie” e “secondarie”. Si dicono primarie in quanto non dipendono da altre patologie e le cefalee primarie rappresentano il 90% di tutte le cefalee. Mentre il 10%, quelle secondarie, sono dovute ad altre patologie come neoplasie, emorragie, processi infiammatori (1). La diagnosi medica perciò per escludere queste patologie è d’obbligo assoluto. Le più comuni cefalee primarie sono:

L’emicrania con o senza aura;

La cefalea di tipo tensivo;

La “cefalea a grappolo”, caratterizzata dalla sua elevata intensità. La cefalea colpisce prevalentemente le donne in un rapporto di 3:1; mentre la cefalea a grappolo colpisce maggiormente gli uomini. Anche i bambini sono coinvolti ma non vi sono prevalenze tra maschi e femmine.

 

  1. L’emicrania senza aura avviene in modo improvviso, di solito si distribuisce in una sola parte del cranio e ha una durata che può variare tra le 4 e le 72 ore ed è associata a nausea e talvolta a vomito. I fattori che contribuiscono a generarla sono lo stress, fattori emotivi, anche il ciclo mestruale. L’emicrania con aura invece è caratterizzata da segni che anticipano il dolore, quali appunto l’aura: una sorta di semicerchio non uniforme che compare in uno o entrambi i campi visivi, durante il quale non vi è dolore. L’emicrania è generalmente caratterizzata da una distribuzione del dolore su un solo lato della testa e a differenza della cefalea tensiva, caratterizzata dalla tensione dei muscoli, non diminuisce con l’esercizio fisico. La cefalea tensiva trae beneficio dall’esercizio fisico. Associate all’emicrania invece possono esservi nausea o vomito, fotofobia e fonofobia cioè fastidio alle luci e ai rumori.
  2. La cefalea di tipo tensivo è caratterizzata da un dolore quotidiano che si distribuisce prevalentemente nella zona delle tempie e della fronte, o della nuca e nella zona occipitale.
  3. La cefalea a grappolo è una cefalea primaria, ossia priva di cause conosciute, che deve il suo nome alla frequenza degli attacchi. Colpisce più frequentemente i maschi dall’età di 20 anni in poi, con un picco di incidenza tra i 40 e i 50 anni ed è caratterizzata da periodi di fasi dolorose(dette grappoli o clusters) della durata di settimane (da 6 a 12); ciascun attacco di cefalea a grappolo si ripresenta a intervalli quasi regolari ogni 12-24 ore e può durare dai 15 minuti alle tre ore.
    I periodi di remissione della cefalea a grappolo possono perdurare da sei mesi ad un anno, durante i quali il paziente non avverte alcun sintomo. Non si conoscono le cause. Il dolore viene percepito come lancinante e cuneiforme. Le zone interessate sono quella oculare e quella temporale, generalmente sempre dallo stesso lato senza diffusione controlaterale. La probabilità di insorgenza del dolore dal lato opposto è bassa.

 

Le presunte cause

Per quanto gli studi siano da approfondire si ritiene che l’emicrania sia legata a una vaso costrizione a una successiva vasodilatazione intracranica che da luogo alla fase dolorosa; si ritiene invece che la cause della cefalea di tipo tensivo siano legate alla contrattura dei muscoli intorno al cranio. Per fare una buona diagnosi delle cefalee primarie occorre un esame neurologico appropriato come la risonanza magnetica, il doppler dei tronchi sopraortici.

 

L’uso dell’Ipnosi nel mal di testa

L’ipnosi viene utilizzata nell’emicrania e nella cefalea di tipo tensivo. Nel caso della cefalea di tipo muscolo- tensivo l’ipnosi è efficace in quanto consente la decontrazione dei muscoli intorno al cranio. La tecnica più utilizzata è il rilassamento progressivo di tutta la muscolatura del corpo che coinvolge dapprima la zone del corpo meno contratte per poi estendersi alla muscolatura della testa, sulla quale si desidera portare il rilascio della muscolatura.  Essa deve essere associata all’autoipnosi. L’ipnosi si può utilizzare in modo sintomatico e allo stesso tempo preventivo. Utilizzata in modo sintomatico si agisce durante il singolo attacco; mentre utilizzata in modo preventivo, si riduce la frequenza e l’intensità degli attacchi in tempi successivi. La tecnica usata per l’emicrania consiste nello sfruttare la capacità di modificare, attraverso un training ipnotico, la temperatura di un dito, in modo che si possa spostare la vasodilatazione intracranica sul dito, e innalzando la temperatura sul dito, di solito è il dito indice. In ipnosi si può ricorrere a un’intensa immaginazione durante una trance ipnotica: si può immaginare di avere un misuratore della temperatura all’estremità del dito indice su cui progressivamente si visualizza tale innalzamento.  

Quando invece la cefalea è di tipo tensivo, ossia è legata alla contrattura dei muscoli intorno al cranio, si usa il rilassamento progressivo con riferimento in particolare alla decontrazione dei muscoli coinvolti. Può risultare efficace particolarmente nelle prevenzione degli accessi. Non vi è ragione di sconsigliarla tranne che nelle cefalee a grappolo, quando il dolore è acutissimo ed è molto difficile essere ipnotizzati. Nelle cefalee di tipo tensivo il livello di efficacia è molto alto mentre lo è un po’ meno nell’emicrania (2).

 

1 Cfr.: A cura di Giuseppe De Benedittis, Claudio Mammini, Nicolino Rago: Blue Book, La guida all’ipnosi evidence based, Milano, Franco Angeli, 2018: Cefalee Primarie di Giuseppe De Benedittis pag 35-38.
2 Ibidem: pag. 35-38

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