Ipnosi e attacchi di Panico

La parola Panico trae origine da un Mito Greco, il mito di Pan. Pan era un Dio che aveva per metà sembianza di uomo e per metà sembianze di capra. Inscenare i Miti nel teatro greco aveva una precisa funzione: favorire la catarsi nei cittadini, esprimere le emozioni che bloccano e liberarsi da esse. Aveva la stessa funzione che ha oggi la psicoterapia: mettere dietro le spalle le emozioni inutili per attivare le proprie energie vitali e sbloccarle. La catarsi è la capacità di comprendere e di esprimere le emozioni non più trattenendole ma manifestandole. Durante il teatro i cittadini avevano modo di esprimerle. Per gli antichi greci l’espressione delle emozioni era vista come una virtù; piangere era considerata una cosa buona anche per l’uomo e non solo per la donna, non un segno di debolezza. Il mito di Pan da cui traggono il nome gli “Attacchi di Panico”, racconta di un dio che spaventava a morte i viandanti che si avventuravano per i boschi. Si narra che non lo facesse per cattiveria e che fosse un dio buono, un dio che emetteva le sue urla quando veniva svegliato dal suo riposo pomeridiano. Durante le sue giornate portava avanti le sue attività quotidiane: amava pascolare le sue greggi. I viandanti però si paralizzavano all’udire le sue urla e così si fermavano durante il loro cammino e non procedevano. Ciò è molto simile a ciò che accade in chi viene colpito da attacchi di Panico, ci si paralizza. E si può sperimentare queste reazioni:

Tachicardia;

Cefalea;

Confusione mentale;

Sudorazione;

Dolori al petto;

Sensazione di lingua e bocca asciutta;

Tremori;

Stordimento, conati di vomito, senso di sbandamento;

Difficoltà di respirazione, affanno;

Formicolio o intorpidimento alle mani, al viso, ai piedi o alla bocca;

Incapacità di parlare e comunicare;

Rossore al viso e al petto o brividi;

Sensazioni di sogno;

Percezione che non si è collegati al corpo o che si è disconnessi dal tempo e dallo spazio;

Paura di perdere il controllo e fare

qualcosa di imbarazzante o di diventare matti;

Paura e sensazione di svenire;

Paura di morire.

Tutto ciò blocca le persone. Le persone che hanno avuto un attacco di panico che si trovavano in luoghi precisi una piazza affollata, l’aeroporto, l’auto, possono sviluppare timori irrazionali e cominciare ad evitare i luoghi in cui quelle reazioni si sono verificate. Anche il Panico, come le fobie, può generare la tendenza a evitare le situazioni in cui si sono generate e può portare a isolarsi, a essere incapaci di guidare, di uscir di casa. La tendenza è quella di bloccare il proprio percorso di vita, la proprio strada, esattamente come accade ai viandanti del mito che rimangono paralizzati dalle urla di Pan quando lui viene svegliato al pomeriggio durante il suo riposo. Eppure con quella figura simbolica che rappresenta, l’istintualità, la rabbia, la distruttività e che suscita paura e spavento, bisogna farci i conti. La Psicoterapia Ipnotica offre un percorso di chiarificazione dei propri profondi “desideri” che permettono di travalicare il timore e la paralisi di fronte ai traumi reali o immaginari, alla rabbia e alla paura spesso trattenute. Attraverso il rilassamento e la calma si riattivano durante delle sedute di ipnosi le risorse positive dell’individuo impegnato in un suo percorso di autonomia. Quello che accade alla persona che sperimenta il panico è un vero e proprio processo di auto-suggestione negativa in cui si sviluppano alterazioni dello stato di coscienza come ad esempio un dialogo interno catastrofico-rimuginativo, vivide immagini mentali pessimistiche, un’ipersensibilità somatica e l’ansia anticipatoria. Tutte queste emozioni che caratterizzano chi ne soffre e che generano un circolo vizioso possono e devono essere corrette. Queste sono date da meccanismi automatici e inconsapevoli che si possono modificare, in modo esattamente opposto a come si sono generati e l’ipnosi è uno strumento molto utile per poterle gestire al meglio e dissociare gli stimoli fobici dalle reazioni ansiose, facendoli tornare stimoli neutrali, non più in grado di generare reazioni nel corpo.

E’ il proprio organismo, la propria persona che impara a vivere più serenamente mentre ci si rassicura per il tramite della psicoterapia, e si fa pace anche con le proprie pulsioni distruttive. E’ così che il viandante che è in noi non rimane paralizzato dallo spavento né dalla rabbia o dall’aggressività. Il Mito di Pan come tutti i miti greci è una metafora suggestiva che fornisce un contesto carico di speranza per poter affrontare i propri compiti evolutivi e trasformare la rabbia e la paura in potenzialità costruttive. Il mito si conclude quando questo dio Pan che non può avere con se la creatura amata – una bellissima ninfa dei boschin- coltiva dentro di sé il vivo ricordo di lei attraverso la musica che lui stesso suona attraverso le canne del flauto, conosciuto come flauto di Pan.

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